Nel complesso, il mercato immobiliare statunitense può essere considerato in ottima salute. C’è una buona capacità di assorbimento dell’offerta, con 24 giorni medi di permanenza sul mercato degli immobili negli ultimi mesi, le norme fiscali favoriscono gli investimenti e i costi di acquisto degli immobili sono drasticamente calati nel 2020, facendo crescere la domanda e dilatando i prezzi immobiliari che ad oggi si sono alzati del 10%.
Le ragioni della corsa agli immobili sono principalmente tre:
– tra l’esigenza di distanziamento sociale e la possibilità di lavorare in smart working, gli americani sono corsi a cambiare casa, cercando quella nuova prevalentemente unifamiliare, di grandi dimensioni e fuori dai centri cittadini. Esattamente quello su cui i grandi costruttori americani avevano investito meno nel corso degli ultimi anni, puntando sui grandi condomini nelle grandi città. Questo ha generato uno squilibrio tra domanda e offerta che ha fatto esplodere in generale i prezzi delle abitazioni.
– il forzato risparmio generato dalla pandemia ha fatto sì che una fetta della popolazione accumulasse risparmi, progressivamente riversati sul settore immobiliare.
– il costo dei mutui negli Usa non è mai stato così basso. È il risultato della politica monetaria di sostegno messa in atto dalla Banca centrale Usa proprio per far uscire rapidamente il paese dalla crisi innescata dalla pandemia. Per gli americani comprare casa non è mai stato così conveniente nel corso degli ultimi 10 anni.
Lo stato della Florida è stato quello che più di tutti ha assistito a un boom di acquirenti e affittuari, che si sono trasferiti da altri stati americani nei quali erano in vigore forti restrizioni dettate dall’emergenza sanitaria. Questa ondata di nuovi residenti ha portato a una crescente domanda non solo di immobili a funzione abitativa ma anche di luoghi da frequentare, creando un circolo virtuoso di crescita e prosperità.
Gianluca Giordani