La pandemia ha inciso poco sugli immobili di lusso. In Italia, le aree più richieste sono rappresentate da Toscana, Liguria e Sardegna, dalla zona dei laghi e dalle città d’arte.
Gli eventi del 2020 hanno messo in luce la resilienza del settore immobiliare di lusso su scala globale.
Da un punto di vista dell’asset allocation, la diversificazione delle fonti di rischio è possibile, sia nel mercato mobiliare sia in quello immobiliare. Una fonte di rischio è legata all’oscillazione dei prezzi dovuta a possibili crisi finanziarie, economiche, pandemiche (com’è accaduto nei mesi precedenti). A ciò si aggiunge per il mercato mobiliare, il rischio di fallimento dell’emittente, mentre per quello immobiliare, il rischio di eventi catastrofali e il degrado del contesto in cui sono ubicati i beni stessi. Altre differenze riguardano poi il fatto che dal punto di vista del rendimento, l’immobile di lusso, essendo intermediato all’interno di un target di clienti patrimonializzati, tende a non svalutarsi, in quanto i potenziali acquirenti mantengono la loro ricchezza. Il bene non è immediatamente liquidabile, non può essere parziale ed ha tempi non quantificabili ex-ante. E’ importante che le proprietà non siano cointestate a più soggetti, il vero rischio è che nel passaggio ereditario si creino conflitti che ne potrebbero causare il deprezzamento. L’immobile di alta gamma è un investimento di lunga durata, trasmissibile alle generazioni future, che impatta molto sulla qualità della vita.
E’ un mercato che offre opportunità diverse a seconda della location e delle caratteristiche dei singoli beni. Le finalità dell’acquisto possono essere diverse e variano a seconda della capacità di investimento e dalla motivazione che li spinge ad acquistare. Chi acquista per un uso proprio abitativo, chi per mettere a reddito ed ultimamente chi cambia casa per avere un nuovo di stile di vita.
Davide Draghetti