A tutti sono noti i viaggi che personaggi divenuti oramai leggendari hanno intrapreso verso regioni diverse e lontane da quelle di origine spinti da ragioni economiche, militari o semplicemente da sete di conoscenza. Meno noti e certamente più recenti invece sono le esplorazioni “urbane” effettuate il più delle volte in luoghi presenti nelle città che noi stessi abitiamo.
La natura di questo particolare hobby chiamato URBEX (URBan EXplorer) consiste pertanto in una vera e propria esplorazione urbana, che dai palazzi abbandonati e pericolanti, si spinge ai limiti della speleologia, con incursioni in sistemi di drenaggio in disuso da anni o in tunnel di servizio o passaggi sotterranei.
Le sue origini vengono fatte risalire al 3 novembre 1793, quando un leggendario “esploratore” delle Catacombe di Parigi, Philibert Aspairt, divenne celebre per la sua morte prematura in quella vasta rete di gallerie sotterranee in cui si era smarrito..
L’esplorazione urbana col passare degli anni ha preso sempre più piede ed è passata dall’avere quali ingredienti primari la fotografia e la documentazione storica, ad una finalità sociale e politica, divenendo un impegno per segnalare, salvaguardare e proteggere i luoghi urbani abbandonati sottraendoli al completo decadimento. Molti appassionati di questo tema cercano di valorizzare questi ambienti e proporli alle piattaforme mediatiche per far conoscere le meraviglie perdute dei propri paesi e portando avanti anche progetti di sensibilizzazione e raccolte fondi.
Questo però spinge chi lo pratica, pur avendo le più oneste intenzioni, a sconfinare, talvolta, su proprietà private, comportando così diversi fattori di rischio, dai pericoli fisici veri e propri alla possibilità di infrangere la legge con la conseguenza di poter incorrere nelle relative sanzioni sia pecuniarie che penali.
Giovanni Baravelli Sabena
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