Costituitasi nell’anno 1170 per tutelare la posizione e gli interessi dei Lombardi trapiantati in Bologna, strettamente connessa a quelle Compagnie d’Armi che nella prima metà del secolo XIII rappresentarono il braccio armato del populus, si affermò sulla scena politica e amministrativa della Bologna comunale che ottenne una sanzione nel 1255 con la creazione della nuova magistratura del Capitano del Popolo.
Nella seconda metà del Duecento si allineò con la parte guelfa, allora prevalente, e quando, nella prima metà del Trecento, le compagnie delle Armi iniziarono la loro parabola discendente, quella dei Lombardi continuò perché si mantenevano ancora quelle ragioni di solidarietà di gruppo che erano state alla sua origine.
Nel secolo XV, la Compagnia ridotta a sodalizio di mera tradizione familiare, subì l’unico tentativo, in tutta la sua storia, di trasformazione in corporazione religiosa ad opera del potere politico nella persona di Giovanni II Bentivoglio, ma pochi anni dopo tornava a essere un sodalizio familiare e laicale, ciò le permise di sottrarsi alla soppressione napoleonica delle corporazioni religiose del 1797.
Nei secoli successivi la Compagnia andò accentuando il carattere di sodalizio aristocratico, pur non divenendo mai tale in senso stretto. Fra i personaggi di rilievo vanno ricordati il pontefice Benedetto XIV, otto cardinali e tre vescovi, oltre a molte famiglie senatorie.
Ancora oggi, dopo otto secoli, la Compagnia si raduna annualmente nella sua storica sede in Via Santa per la nomina del Massaro e degli Uffiziali e per la tradizionale distribuzione ai militi delle focacce e delle candele, segno di continuità di spirito civico e di tradizione familiare che ha saputo conservarsi attraverso tante e diverse stagioni della storia, accettando i tempi nuovi senza perdere la propria identità.
Giovanni Baravelli Sabena