L’etimologia della parola “tafoni” è incerta, chi dice derivi dal greco taphos, “tomba”, chi dal corso taffoni, che significa “finestre”, e chi ritiene che tafonare significhi “perforare”. Ma procediamo con ordine.
Il tafone è una cavità, solitamente di dimensioni ridotte, che si forma nelle rocce granulari, come ad esempio l’arenaria, presenti nelle zone dove è maggiore l’effetto dell’erosione provocata dal vento, dall’acqua e dalla salsedine.
Tanti sono i luoghi dove queste vere e proprie opere d’arte create dalla natura possono essere ammirate, ve ne sono anche a pochi passi da noi, nello specifico nella nostra stessa provincia non lontane da Riola di Vergato.
Le Grotte di Soprasasso, sconosciute ai più, possono essere annoverate tra i luoghi insoliti dell’Emilia-Romagna creati dalla natura, in grado di stimolare maggiormente la fantasia di chi le visita. In questo luogo, gli agenti atmosferici hanno saputo generare nel tempo scenari molto particolari, che richiamano alla mente immagini di vario tipo, che spaziano dal formaggio come il gruviera e l’emmental, all’interno di una spugna o al tessuto delle nostre ossa.
Le grotte, o meglio vere e proprie ferite che si aprono nello sperone di roccia, sono in realtà tre: oltre a quelle di Soprasasso, troviamo anche la Grotta Buia e la Grotta dei Piatti.
Altro luogo insolito ed inaspettato, per gli amanti della gita fuori porta, lo troviamo a pochi minuti da Tredozio, un piccolo borgo in provincia di Forlì-Cesena. È qui che troviamo il Vulcano sul Monte Busca, un fenomeno naturale molto curioso noto già nel Cinquecento.
Pur essendo conosciuto come il “vulcano più piccolo d’Italia”, si tratta di una fontana ardente alimentata da idrocarburi gassosi (metano) provenienti dal sottosuolo, che si infiammano a contatto con l’ossigeno presente nell’aria. Una fiamma perenne e molto suggestiva, soprattutto al tramonto, che sorge sulla sommità del monte a circa 740 metri di altitudine.
Giovanni Baravelli Sabena