L’ascolto attivo è basato su empatia ed accettazione. Si fonda sulla creazione di un rapporto positivo, caratterizzato da “un clima in cui una persona possa sentirsi empaticamente compresa” e, comunque, non giudicata.
Quando si pratica l’ascolto attivo, invece di porsi con atteggiamenti che tradizionalmente vengono considerati da “buon osservatore”, è più opportuno rendersi disponibili anche a comprendere realmente ciò che l’altro sta dicendo, mettendo anche in luce possibili difficoltà di comprensione. In questo modo è possibile stabilire rapporti di riconoscimento, rispetto e apprendimento reciproco. Per diventare “attivo”, l’ascolto deve essere aperto e disponibile non solo verso l’altro e quello che dice, ma anche verso sé stessi, per ascoltare le proprie reazioni, per essere consapevoli dei limiti del proprio punto di vista e per accettare il non sapere e la difficoltà di non capire.
I principali elementi che caratterizzano una buona attività di ascolto sono:
- sospendere i giudizi di valore e l’urgenza classificatoria;
- osservare ed ascoltare;
- mettersi nei panni dell’altro – dimostrare empatia;
- verificare la comprensione;
- curare la logistica.
È importante sottolineare che da questa modalità di ascolto è escluso non solo il giudizio, ma anche il consiglio e la tensione del “dover darsi da fare” per risolvere eventuali problemi espressi dal proprio interlocutore, oltre ad evitare tutte le “barriere della comunicazione”.
Gianluca Giordani