Nel mondo dell’arte contemporanea, poche figure sono avvolte da un alone di mistero come quello che circonda Banksy la cui identità rimane un segreto nonostante la fama globale.
Alcuni sostengono che sia un singolo genio, altri ipotizzano che Banksy sia il frontman di un collettivo di artisti. Uno degli indizi più citati riguarda il musicista Robert Del Naja: membro della band Massive Attack, era un graffitista prima di diventare famoso con la sua musica e ha ammesso di conoscere Banksy negando però di esserlo. Un altro nome che è stato associato a Banksy è quello di Robin Gunningham, un artista di Bristol che somigliava fisicamente ad un presunto Banksy fotografato al lavoro nel 2004. Nonostante le somiglianze con le poche immagini note di Banksy, non ci sono prove che collegano Gunningham all’artista misterioso.
Le sue mostre e installazioni improvvisate, come il parco a tema “Dismaland” o il suo hotel a Betlemme con vista sul muro di separazione in Cisgiordania, sono diventate leggenda. Banksy utilizza l’anonimato come strumento per sfidare le convenzioni e per mettere in discussione le strutture di potere, spingendo il pubblico a riflettere su temi come la guerra, la povertà e l’ingiustizia sociale. Le sue opere combinano umorismo nero con graffiti eseguiti con la tecnica dello stencil.
Una delle opere più iconiche di Banksy è “Girl with Balloon”, che raffigura una giovane ragazza che allunga la mano verso un palloncino rosso a forma di cuore. Quest’immagine simboleggia la perdita dell’innocenza e la natura effimera della gioia. La potenza di questa immagine è stata ulteriormente rafforzata quando, durante un’asta nel 2018, una stampa di “Girl with Balloon”, venduta per oltre venticinque milioni di dollari, si è auto-distrutta attraverso un trituratore nascosto nella cornice, subito dopo essere stata venduta.
Questo è l’esempio di come l’artista riesca a mantenere il controllo sul suo anonimato e lo status di enigma vivente.
Costanza Barbiroli