Napoli è una città ricca di storie affascinanti e tesori nascosti, capaci di attirare turisti da tutto il mondo. Tra le sue meraviglie, spicca il Cristo velato, una delle opere più suggestive e amate.
Situata nella Cappella di Sansevero e realizzata nel 1753 dallo scultore napoletano Giuseppe Sanmartino, questa straordinaria scultura colpisce per il realismo del sudario che copre il corpo di Gesù, sdraiato su un materasso e ricoperto da un velo che aderisce perfettamente alle sue forme. La bravura dello scultore sta nell’esser riuscito a trasmettere la sofferenza che il Cristo ha provato, dal quale si intravedono i segni sul viso e sul corpo del martirio subito. Ai piedi della scultura, infine, l’artista scolpisce anche la corona di spine, una tenaglia e dei chiodi.
La commissione dell’opera si deve a Raimondo di Sangro, settimo principe di Sansevero, noto per il suo interesse verso l’alchimia e le scienze sperimentali. La sua fama ha dato vita a numerose leggende, tra cui quella secondo cui il sudario sarebbe stato marmorizzato grazie a una misteriosa pozione alchemica che avrebbe calcificato il tessuto in cristalli di marmo, ovviamente fabbricata dal principe stesso. Creò anche gemme artificiali e vetri colorati, sperimentò una tecnica di desalinizzazione dell’acqua di mare, arrivando a fabbricare degli scheletri in posizione eretta, totalmente scarnificati, nei quali è possibile osservare molto dettagliatamente l’intero sistema artero-venoso.
In realtà, documenti storici confermano che il velo è stato scolpito dallo stesso blocco di marmo della statua, come indicato in una lettera del principe. Lo stesso di Sangro descrive il velo come realizzato dallo stesso blocco della statua. Tuttavia, il fascino del mito persiste, alimentando l’aura enigmatica del Cristo Velato.
Quest’opera, capolavoro del barocco napoletano, rimane una testimonianza del talento straordinario di Giuseppe Sanmartino.
Costanza Barbiroli