I badghir, o torri del vento, sono straordinari esempi di architettura tradizionale persiana. Progettate per affrontare le sfide climatiche dell’arido deserto, offrono un raffrescamento naturale ed efficiente delle abitazioni, riflettendo l’ingegnosità delle antiche civiltà dell’Iran.
Le torri, rettangolari o cilindriche, presentano aperture disposte strategicamente su uno o più lati, che sfruttano il principio della ventilazione naturale. Quando il vento soffia, entra attraverso le aperture e viene canalizzato verso il basso nelle abitazioni, creando un effetto di raffrescamento grazie alla differenza di pressione e alla circolazione dell’aria. Durante le notti, il flusso d’aria inverso permette di espellere l’aria calda, contribuendo a mantenere freschi gli ambienti interni.
La città di Yazd, situata al centro dell’Iran alle soglie del grande deserto del Kavir, è soprannominata la “città delle torri del vento”. Attualmente possiede circa 180 badghir, decorati con intricate piastrelle e motivi geometrici che riflettono la maestria artistica della regione, moltissimi dei quali ancora oggi in uso.
L’efficacia delle torri del vento è particolarmente rilevante oggi, in un’epoca in cui la sostenibilità e l’uso di energie rinnovabili sono temi centrali. I badghir rappresentano un antico sistema di climatizzazione passiva che riduce la dipendenza da fonti energetiche moderne come l’elettricità e il gas. Questo approccio sostenibile all’architettura offre spunti preziosi per l’ingegneria moderna, dimostrando come le tecniche tradizionali possano essere integrate nei progetti contemporanei per migliorare l’efficienza energetica e il comfort abitativo.
Le torri del vento di Yazd sono riconosciute dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità. Ogni badghir racconta una storia di innovazione, resistenza e armonia con la natura, e rappresenta il simbolo di un’eredità culturale preziosa che continua a influenzare l’architettura sostenibile di oggi.
Davide Draghetti