1891, l’istruttore di ginnastica James Naismith dell’International Young Men’s Christian Association (YMCA) ha l’intuizione di far tirare la palla dentro a dei cesti di frutta posizionati a circa 3 metri di altezza, 9 contro 9, in palestra. La prima partita finisce 1-0 con l’unico canestro dello studente William Chase. Nasce il “Basket Ball”.
1982, Bologna, parco pubblico “Giardini Margherita”. I cesti di frutta sono diventati dei canestri di ferro con retina, 5 contro 5, all’aperto.
Basket-city vive la pallacanestro in maniera viscerale, e lo dimostra attraverso la storia delle due principali squadre della città e attraverso l’enorme numero di praticanti e di squadre che partecipano a campionati e tornei.
Il campetto è il luogo più democratico, può giocarci chiunque, non c’è selezione all’ingresso (tranne tirare i tiri liberi!). Chiunque, in qualsiasi momento, può prendere una palla e giocare a basket.
A Bologna c’è un campetto che ha fatto e continua a fare storia, si chiama come il parco in cui si trova, “Giardini Margherita”, ed il suo torneo ha 41 anni.
Ideato da Simone Motola e Walter Bussolari, la cosa che rimane più impressa a chi vede per la prima volta una partita è la quantità di spettatori presenti.
Il Torneo Giardini Margherita è il torneo estivo più importante d’Italia, travalica i confini del basket, ne parlano i quotidiani, i telegiornali locali, i siti internet e a vederlo accorrono tanti personaggi noti. Il basket, sport popolare, diventa ancor più popolare ai Giardini Margherita.
Ai Giardini vincere non è un’ossessione, non esistono star, l’unica vera star è il torneo. Il pubblico applaude una bella giocata indipendentemente dalla squadra e dalla categoria del giocatore.
I Giardini Margherita sono un sogno, l’idea di un torneo che sa rinnovarsi senza mai dimenticare la propria storia, sono la testimonianza di quanto può essere straordinario uno sport.
Gianluca Giordani