In Italia il fenomeno del crowdfunding immobiliare è relativamente recente, le piattaforme specializzate sono 23, suddivise tra equity (consentono di investire in progetti in cambio di quote nella società) e lending (si presta denaro a fronte di un interesse e del rimborso del capitale). Complessivamente, a giugno di quest’anno, la raccolta ha portato a circa 287 milioni di euro, in crescita rispetto al 2021. La dimensione media delle campagne lending è pari a circa il 20% della dimensione media delle campagne equity (285 mila euro contro 1,5 milioni) ed anche la durata temporale media è superiore nelle equity rispetto alle lending (20 mesi contro 12). Per ciò che riguarda i rendimenti, in media le equity fanno registrare risultati attorno al 11,4% mentre i lending si attestano a 9,8%. Il centro di maggior sviluppo di questi progetti è la Lombardia, seguita da Lazio, Piemonte e Veneto, subito dopo la “nostra” Emilia-Romagna. Ultimo dato interessante da osservare è che mediamente nelle operazioni lending il capitale raccolto copre circa il 60% dell’investimento mentre nelle equity la percentuale si attesta al 30%.
A fronte del contesto nazionale ed internazionale, di una congiuntura economica particolarmente instabile e una situazione di inflazione crescente con forti aumenti sia nell’ambito dell’energia che delle materie prime e non ultimo il continuo aumento dei tassi di interesse, questo modello di business è minacciato su più fronti e chi opera in questo settore dovrà fronteggiare questa situazione subendo un maggiore difficoltà di accesso al credito e dovendo garantire maggiori rendimenti per restare concorrenziali rispetto ad altre forme di investimento.
A livello mondiale il “fenomeno” del crowdfunding immobiliare è cresciuto negli ultimi anni fino a raggiungere a fine 2021 una raccolta di 36 miliardi, il 19% in più rispetto all’anno precedente, distribuiti tra USA (58%), Ue (19%) e resto del mondo (23%).
Gianluca Giordani