Il mercato residenziale e il mercato degli affitti sono efficaci strumenti di copertura contro l’inflazione. È quanto rilevano gli esperti, che suggeriscono di concentrarsi sui settori a maggiore crescita.
La tradizionale passione degli italiani per il mercato immobiliare si è ulteriormente rafforzata negli ultimi mesi, alla luce del clima d’incertezza e, soprattutto, dell’accelerazione dell’inflazione (6,9% Maggio 2022 ISTAT). Per questi motivi i risparmiatori vedono il mattone come un porto sicuro dove indirizzare il proprio capitale e il deciso recupero registrato dalle compravendite (+ 12% rispetto al 2021) ne è un chiaro segnale.
Milano è la città con il tasso di crescita più marcato (+36% di operazioni rispetto al primo trimestre del 2021); seguono, Palermo (+15,5%), Bologna (+11,1%), Firenze (+10,2%) e Roma (+6,4%).
Gli investitori, dovrebbero concentrarsi sulle aree dove la crescita economica è costantemente più forte per avere maggiori probabilità di poter trasferire l’aumento dei costi ai locatari.
La carenza di nuove abitazioni è dovuta soprattutto a due ragioni. In primis, la pandemia con la chiusura dei cantieri, ha determinato una frenata iniziale dell’offerta. In secondo luogo, il drastico aumento del costo delle materie prime ed i relativi problemi sull’approvvigionamento hanno comportato una riduzione dei margini per i costruttori. Sebbene tale contesto abbia un impatto negativo, è positivo il fatto che nel frattempo aumenti il valore e la domanda dei beni già esistenti. La storia mostra inoltre che il timore manifestato da molti investitori circa l’impatto che l’aumento dei tassi di interesse avrà sul settore immobiliare non dovrebbe essere motivo di preoccupazione. Nelle fasi iniziali degli ultimi due cicli di rialzo dei tassi, infatti, il settore globale dei Real Estate Investment Trust (REIT) ha mostrato rendimenti totali positivi.
Davide Draghetti