Spesso nella nostra quotidianità tutti noi siamo soliti utilizzare termini o espressioni che esprimono chiaramente un concetto ma dei quali, non sempre, conosciamo l’etimologia né tanto meno il perchè, o come mai le stesse hanno il medesimo significato in quasi tutte le lingue.
OK, per l’appunto, sono due semplici lettere, o meglio, si pensa siano le iniziali di due distinte parole divenute sinonimo di “tutto bene”. Ma da dove proviene?
La prima ipotesi ricollegherebbe l’uso della parola alla II guerra mondiale, e nello specifico, ai soldati usa i quali al termine di ogni combattimento, inviavano sul terreno di battaglia una staffetta sanitaria per recuperare i feriti e fare il conteggio dei militi deceduti. Al suo ritorno, veniva issata una bandiera sulla quale erano indicati il numero dei soldati deceduti seguito dalla lettera K ad indicare la parola killed (uccisi). Va da sé pertanto che ove questi non vi fossero stati, sulla bandiera sarebbe apparso un più che positivo 0 k.
Altra ipotesi ci ricondurrebbe al porto di Odessa, dove gli scaricatori di porto usavano urlare le parole OCHEN KHOROSHO ovvero tutto bene, per indicare che le stive delle navi da carico erano state scaricate o caricate. La difficoltà della lingua non conosciuta dai più, portò all’abbreviazione OK poi diffusasi per tutti i porti.
L’ultima ipotesi che segnaliamo legherebbe il significato dell’abbreviazione al club Old Kinderhook, un circolo fondato nel 1840 dai sostenitori della rielezione del presidente americano Martin Van Buren, soprannominato il mago di Kinderhook, suo luogo di nascita.
Giovanni Baravelli Sabena