Ci si avvicina al Natale e mi permetto di consigliare, a tutti quelli che sono contrari alle tradizioni e preferiscono sperimentare, piatti tipici che definirei quasi delle sfide ma che son certo li appagheranno e forse consentiranno loro di rimanere in forma.
Incomincerei con un piatto filippino, definito una prelibatezza in tutto il sud est Asiatico. Parliamo di un uovo di anatra o gallina, all’interno del quale l’embrione è già completamente formato, che viene fatto bollire nel suo guscio e mangiato. Considerato fortemente afrodisiaco, viene servito maggiormente nelle ore notturne.
Spostiamoci ora in Giappone, la patria del sushi, dove uno dei più famosi piatti è il Fugu, ovvero pesce palla, la cui caratteristica non è tanto il sapore decisamente più blando di ogni altro pesce ma di avere nei suoi organi un veleno 1200 volte più potente del cianuro e per il quale non esiste antidoto. La sua pericolosità è tale che per la sua preparazione dal 1958 è necessaria una licenza.
Il Giappone ci regala un altro piatto dall’aspetto quanto meno dubbio, chiamato uovo centenario. Si tratta di un uovo solitamente di anatra che viene conservato in una soluzione di argilla, calce, sale e cenere per un periodo compreso tra qualche settimana e diversi mesi. Il risultato è un uovo con l’albume verdastro e il tuorlo grigio.
In alternativa, mantenendoci più vicini a casa nostra, potrete optare per l’Islandese Hakarl, carne di squalo putrefatta degustabile solo dopo una lunghissima fermentazione ed essicazione, necessaria per eliminare le sostanze tossiche prodotte dalla putrefazione.
In fine dall’Australia, in particolare dal deserto, giungono le larve di falena, un piatto tipico della tradizione aborigena, ricchissimo di proteine. Il loro sapore a metà tra la carne di pollo e quella di gambero è particolarmente apprezzata preparata al barbecue.
Giovanni Baravelli Sabena