Nel 2021 è forte il rimbalzo del PIL italiano, nonostante la frenata a fine anno causata da scarsità di materiali e nuovi contagi. Il 2021 potrebbe chiudersi con un PIL al +6,3/6,4%, L’industria rallenta ma è in crescita, i servizi restano in recupero pur con qualche ombra, gli occupati sono in risalita. I consumi privati trainano il rimbalzo, gli investimenti crescono ancora, mentre frena l’export italiano di beni. Il caro-energia penalizza imprese e famiglie italiane, l’Eurozona mostra qualche difficoltà, mentre gli USA accelerano a fine anno.
La fiducia delle imprese di servizi ha retto a novembre, con buone attese sugli ordini, la risalita del settore dovrebbe proseguire. Non si sono avuti altri blocchi nei servizi ma l’incertezza per la nuova ondata epidemica potrebbe frenare i flussi turistici, dopo il recupero fino a settembre.
Eurozona: Nel 3° trimestre il PIL dell’Area è cresciuto più delle attese (+2,2%), grazie al contributo di Italia e Francia (+3,0%) e, in misura minore, di Spagna e Germania (+1,7%). La produzione industriale a settembre ha sofferto in modo imprevisto (-0,2%), soprattutto a causa del quarto calo in cinque mesi di quella tedesca. A novembre, però, il PMI manifatturiero si è confermato sopra i 50 punti e in leggero aumento. Più significativa la risalita del PMI servizi. La fiducia delle imprese (indici Zew e Sentix) è migliorata molto, ma quella dei consumatori è peggiorata.
Usa: Negli USA il PIL del 3° trimestre è cresciuto meno del previsto (+2,1%), ma il 4° si è aperto con un’ottima performance: la produzione industriale è salita dell’1,6%, i principali indici di attività economica sono cresciuti in modo rilevante (direttori degli acquisti di Chicago e indici di attività della Fed). A novembre ha fornito indicazioni migliori per il manifatturiero anche il PMI. Le vendite al dettaglio sono ulteriormente migliorate (+1,7%) e la fiducia dei consumatori si è confermata favorevole.
Gianluca Giordani