È inevitabile constatare quanto il covid abbia cambiato le nostre abitudini ed assieme ad esse come abbia subito una profonda mutazione anche il mercato immobiliare. Infatti, la pandemia ha fatto registrare una battuta d’arresto improvvisa in un mercato che fino a quel momento stava viaggiando a gonfie vele.
Terminato il periodo di profonda crisi venutosi a creare a causa del primo lockdown, dove le persone sono state costrette all’interno delle loro abitazioni per circa 60 giorni, si è registrata una buonissima ripartenza. La gente ha capito infatti l’importanza degli spazi sia all’interno del proprio immobile ma soprattutto all’esterno dello stesso. Questa presa di coscienza ha permesso che si desse inizio ad un vero e proprio mercato della sostituzione, alla ricerca quindi di soluzioni più consone rispetto alle nuove esigenze che sono venute a crearsi. L’abitazione, quindi, diventa così multifunzione, da ufficio ad aula scolastica.
L’attenzione per la casa da parte degli italiani si è accentuata e si stima che gli acquisti in crescita faranno chiudere il 2021 con un fatturato di oltre 99 miliardi di euro, in aumento del 10% rispetto al 2020. I valori restano fermi, salvo il segmento del nuovo dove gli incrementi sono invece significativi.
Salvo nuovi imprevisti, le prospettive per il residenziale sono di crescita a lungo termine nei prossimi tre anni. L’ottimismo sull’economia deriva anche dalle stime sulla crescita del PIL, che potrebbe raggiungere il 6% nel 2021, e dai bassi tassi di interesse sui mutui.
Luca Izzinosa